.:. a cura di Lorenzo "DrakeGeneration".:. |
Un mercenario, una
missione e soprattutto... prevedibiltà
Le
vicende di Mercenary si svolgono tra il secondo e il terzo capitolo
della serie. Arran Denner è un mercenario incaricato di portare a
termine missioni ad alto rischio per denaro. Il suo obiettivo è
trovare e salvare l'ammiraglio ISA Alex Grey detenuta in un
grattacielo dagli Helgast. Questo l'incipt di uno sviluppo fatto di
prevdibili tradimenti e colpi di scena. Ognuna delle nove missioni
presenta un briefing piatto e poco interesante con uno sviluppo
scontato e già visto in molte altre produzioni. Lascia
particolarmente perplessi la caratterizzazione dei personaggi,
ancorati ai più classici stereotipi americani e anche Denner è il
più classico degli antieroi pronti a tutto. Quando la trama potrebbe
risultare interessante grazie a una complicazione inattesa, Denner è
troppo superficiale e rigido per riuscire a coinvolgere. I pessimi
dialoghi e il finale affrettato e poco credibile chiudono una
narrativa davvero pessima.
Avanzare a fucile
spianato o assassinare furtivamente?
Sotto
il profilo ludico le sensazioni sono diverse dalla spiacevole
narrativa: più fluido nei movimenti per rendersi adatto a una
console portatile, riesce a mantenere la solidità tipica della
serie. Con il tasto per accucciarsi in modalità furtiva se premuto
si esegue lo scatto e si può anche scivolare in copertura, il
sistema di ripari è fluido ma non ci si può sporgere in tutte le
direzioni come nei capitoli principali. Le bocche da fuoco
restituiscono un buon feeling anche se alcune novità sono anonime e
alquanto inutili, interessante il rinculo delle armi, ben
differenziato a seconda della precisione di un'arma. Le meccaniche
stealth permettono di assassinare furtivamente e avanzare
silenziosamente negli stage, ma l'I.A. degli Helgast crea problemi e
rende certi stage decisamente frustranti, a volte passi davanti a due
Helgast e non si accrogono minimanente della nostra presenza, poi nel
momento in cui corri scatta l'allarme anche se sei in un ambiente
totalmente opposto che teoricamente non sarebbe udibile. La mancanza
di fasi investigative dell'I.A. rende certe situazioni poco
credibili, non appena un nemico scorge la nostra posizione
automaticamente arrivano truppe in quantità. Non che le maccaniche
furtive siano pessime, ma certamente ci sono ibridi action stealth
molto più riusciti. E' presente anche un drone, il Vanguard, che
offre svariate possibilità tattiche, da uccisioni aeree a
invisibilità temporanea, ma nel corso delle missioni sono guidate
rendendo la strategia pressoché inutile. Nota negativa al corpo a
corpo estremamente sbilanciato che permette di uccidere molti Helgast
senza sparare un colpo.
Le
missioni principali sono trite e ritrite con i soliti salvataggi,
fughe pericolose e scene scriptate anche poco riuscite. Interessante
l'introduzione di punteggi che si convertono in denaro spendibile dal
mercante BlackJack, ma ai fini degli obiettivi quasi mai utile se non
per le munizioni e un nuovo Vanguard. Fortunatamente gli obiettivi
secondari rendono Mercenary un titolo rigiocabile, le tre categorie
Infiltrazione, Precisione e Assalto richiedono di affrontare le
missioni senza mai allertare le guardie, incatenare uccisoni multiple
o uccidere con precisione senza svuotare caricatori a caso. Perfetti
per PsVita, sono divertenti da ripetere più volte fin quando non si
raggiunge il risultato richiesto. Buono il design dei livelli con
passaggi nascosti, aree ampie e una discreta verticalità, lontano
dalla linearità della serie. Dopo le entusiasmanti dichiarazioni di
Guerriglia sulla campagna, il risultato è davvero deludente.
Solito multiplayer... ma
questa volta portatile!
Il
multiplayer competitivo per otto giocatori di Mercenary, diversamente
dalla campagna, si presenta come il migliore mai visto su una console
portatile (e non che sia un risultato difficile visti i pessimi
risultati di Resistance: Burning Skies). Le tre modalità, deatmatch
in singolo, a squadre e zona di guerra sono classiche ma sempre
piacevoli e le sei mappe seppur per nulla originali sono varie e ben
realizzate. La novità più interesante sono le carte valore:
iniziato un match a seconda della classe e dell'arma selezionata ci
viene assegnata una carta che potrà essere rubata dal giocatore che
ci uccide e che di conseguenza potremo riprenderci. Questa
introduzione rende i match più movimentati e srà importante non
farsi esplodere asieme al giocatore avversario solo per killare; per
sbloccare tutte le carte valore saranno necessarie svariate ore e
alcune sono molto complicate da ottenere. L'unica cosa che non
convince è la dotazione Vanguard che è semplicemente un copia
incolla di quello visto nel single player, purtroppo i giocatori non
scelgono mai armamenti furtivi e ci ritroviamo in match con
bombardamenti a cielo aperto e droni ovunque rendendo difficile
pianificare strategie e spesso ci si ritrova a correre sparando a
chiunque ci si pari davanti, fortunatamente le partite non laggano
mantenendosi sempre fluide e veloci.
Le meraviglie di Vektan
City in scala ridotta
Arriviamo
al comparto tecnico: indubbiamente il migliore su PsVita, riesce a
superare notevolmente Uncharted: Golden Abyss e sorprende vedere come
riesca a girare su una console portatile. Le texture sono pulite e
dettagliate, la mole poligonale è elevatissima e i personaggi sono
perfettamente modellati, in particolare gli Helgast sono curati fin
nei minimi dettagli, ma la cosa più impressionante sono gli effetti
di luce, riescono a superare anche molti giochi per PS3 grazie a
effetti di rifrazione e una differente gestione delle luci tra
ambienti chiusi e aperti. Deludenti solo gli effetti particellari con
esplosioni e fumo arretrati. Vektan City presenta scorci
meravigliosi, da città futuristiche ad astronavi fino ad ambienti
aridi, tutti resi magistralmente. Mercenary è la dimostrazione che
PsVita è una console realmente avanzata e rispetto agli Fps
precedentemente usciti su PsVita più vicini a una PSP, qui siamo
vicini a un buon gioco per home console. Nella media il sonoro.
Discreti effetti sonori e doppiaggio italiano piuttosto espressivo.
La
longevità invece è davvero bassa: 5 ore per portare a termine il
single player, poco più per completare gli obiettivi secondari e un
online che oltre le valor card ha poco da svelare.
COMMENTO FINALE
Killzone:
Mercenary è un Fps dicreto che a cuasa di un gameplay riuscito solo
a metà, penalizzato da meccaniche superficiali e spesso frustranti,
una trama scontata e situazioni già viste in molti altre produzioni
non raggiunge l'eccellenza. E' davvero un peccato perchè il comparto
tecnico è al top su PsVita e l'online, a parte qualche problema di
ottimizzazione, è ben strutturato con aggiunte interessanti come le
carte valore. Ormai serve innovazione e Killzone: Mercenary non ne è
un buon esempio, ma se cercate un prodotto leggero e divertente che
possa intrattenervi su una console portatile non c'è niente di
meglio.
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