09 ottobre 2014

Pre-Review: Alien: Isolation




La formula vincente per l'Alien migliore di sempre
Dopo innumerevoli tentativi falliti nella trasposizione della celeberrima saga di Alien, The Creative Assembly, software house della serie strategica Rome, realizza un titolo che fa dimenticare il brutto ricordo di Colonial Marines e riesce anche a regalarci l'Alien che tutti sognavano.




La protagonista Amanda, figlia di Ellen Ripley, che vuole indagare sulla scomparsa della madre avventurandosi nelle oscurità della stazione spaziale Sevastapol andando incontro a pericoli che ricalcano i classici concetti di fantascienza. La narrativa è, fin dove l'abbiamo provato noi, non lascia il segno, non è pessima, ma nemmeno di alto livello: le linee di dialogo sono banali, i personaggi secondari caratterizzati superficialmente, in realtà tutto ciò non ne intacca assolutamente le qualità, poiché l'eccezionale atmosfera che si respira e l'impressionante cura con cui sono stati realizzati i futuristici ambienti, fanno dimenticare l'esile trama, infatti se sul citato versante non convince, è da applausi ogni sequenza da brividi come il primo incontro con lo xenomorfo.

Gameplay
Isolation si propone come un survival horror per nulla permissivo, con meccaniche old school come la mancanza di checkpoint, sostituita da cabine telefoniche in cui salvare la partita, non mancano un efficiente sistema di ripari e un crafting ottimamente integrato. Le armi sono realistiche e di conseguenza una pistola avrà deboli effetti causa imprecisione e ridotto danno, ma si possono creare bombe di diversi generi ognuna con utilità specifiche. Si tratta di un titolo difficile e che non agevola, le tre difficoltà presenti si adattano a tutti i tipi di giocatori, alla più elevata ai godrà di un I.A. estremamente evoluta e oggetti scarsamente distribuiti nell'ambiente. E' davvero notevole la fusione di esplorazione, sequenze di fuga ed eventi pericolosi, il ritmo si mantiene sempre elevatissimo, mai ci sentiremo al sicuro e i jump scare sono totalmente assenti, la paura è creata da rumori dell'alieno che sgattaiola nei condotti e vaga con i suoi pesantissimi passi, ma gli algoritmi della sua I.A. sono ciò che più stupiscono della produzione, a parte il primo incontro, nulla è scriptato, si muove liberamente e si sente fortemente rimbombare al suo passaggio, se iniziamo a correre ci sente e indaga con poca cura esaminando alcuni armadietti o aree, se corriamo si allarma e gioca d'astuzia, qui sorprende davvero grazie a trovare rivoluzionarie, infatti utilizzerò tattiche quali appostarsi dietro una porta o cogliendoci di sorpresa dai condotti, inoltre memorizza i nostri comportamenti e non potremo riutilizzare le stesse strategie più volte perché capisce che si tratta solo di diversivi.



Comparto tecnico
Anche tecnicamente si dimostra all'altezza con picchi di eccellenza, ovvero il sistema di illuminazione e la modellazione poligonale di ogni oggetto o dispositivo elettronico, uniti a una qualità delle texture quasi sempre eccellente si realizzano ambientazioni impareggiabili, che denotano grande passione. Lo xenomorfo è dettagliatissimo e animato splendidamente, come durante le crudeli esecuzioni o nelle fasi di ricerca, anche gli androidi sono bellissimi da vedere e ancor di più restituiscono l'elettronica in ogni loro movimento, purtroppo gli umani sono pessimamente realizzati: volti inespressivi e articolazioni legnose e decisamente arretrate. Ultime note negative gli evidenti cali di frame rate durante le cut scenes, che per quanto fastidiosi in-game presentano una grande stabilità. Artisticamente, come già detto, il lavoro svolto è straordinario, alcuni dettagli come la grana della pellicola e i numerosissimi terminali lasciano davvero stupiti. Chiudiamo con il sonoro: il doppiaggio solo discreto e il mixaggio deludente si fanno perdonare da un sound design semplicemente perfetto.


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