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24 dicembre 2014

Far Cry 4

.:. A cura di  Lorenzo "DrakeGeneration" .:.

Nel 2012 uscì Far Cry 3, il quale riuscì a evolvere il genere degli fps open world con meccaniche solide, intuitive, un antagonista memorabile, una campagna spettacolare e attività interessanti, oltre che un'isola evocativa. A oggi esce il suo seguito, Far Cry 4, che mantiene intatte tutte le caratteristiche vincenti della formula a base del precedente capitolo, migliorandolo sotto quasi tutti gli aspetti.

Due ideologie in contrapposizione, un dittatore e Ajay Ghale
La narrativa è completamente slegata dal precedente, il cui incipt è alquanto semplice: Ajay Ghale è un ragazzo che decide di spargere le ceneri della madre nel Kyrat, governato da un dittatore e con una cultura di antichi guerrieri chiamata Sentiero d'oro. La trama, innanzitutto, presenta furbescamente un'elemento chiave del terzo capitolo: l'antagonista troppo simile al terzo, che sembra essere un dittatore con folli idee, purtroppo oltre l'infelice scelta di presentare le stesse caratteristiche di sviluppo, si rivela anche molto piatto e mal realizzato, infatti dopo un grande ingresso in scena, che seppur assolutamente non paragonabile a quello di Vaas, incuriosisce con monologhi riusciti, poi si perde con telefonate banalissime e spesso sconclusionate, diminuendo l'intensità della storia (di per sé nemmeno alta dall'incipt). Ora che abbiamo capito quanto deludente sia Pagan Min, passiamo all'aspetto più interessante e curato della storia, ovvero le due ideologie di Sabal e Amita, che affermano rispettivamente un mantenimento della propria cultura e un'evoluzione culturale sfociando nell'illegalità; durante il gioco dovremo scegliere chi appoggiare, ascoltando la loro opinione su cosa fare per il Sentiero d'oro e come mantenerlo intatto, perciò con i 2 si affronteranno le missioni con obiettivi differenti. Decisamente riuscito il modo in cui lasciano dubbi fino alla fine, è impossibile decretare i due con un semplice "Bene e Male", poiché le loro sfumature sono sufficientemente sviluppate. I 4 finali non devono sorprenderci: tutte le nostre decisioni tra Amita e Sabal porteranno alla stessa scena, che permette piccoli cambiamenti ma si riduce tutto lì, a seconda di cosa farete cambierà il finale, che soddisfano ma non stupiscono affatto, risultando prevedibilissimi e poco profondi. Strano inoltre come non sia presente nemmeno un colpo di scena, a differenza del 3 qui la storia inizia e finisce senza alcuna scena emotivamente carica. 
I personaggi secondari sono invece, paradossalmente, migliori di quelli principali, ad esempio Longinus con i suoi criptici discorsi religiosi o Yogi e il suo amico che dimostrano una vita persa nella sperimentazione di pesanti droghe. Non ci definiamo totalmente insoddisfatti della narrativa, ma nemmeno entusiasmati, passabile e nulla più.


Nelle pericolose terre del Kyrat
Il gameplay si basa sulle solidissime basi del predecessore, migliorandone intelligentemente tutti gli aspetti meno riusciti e introducendo elementi davvero interessanti e ben integrati. Come sempre si tratta di un fps open world in cui svolgere attività principali e secondarie. In Far Cry 3 si poteva scegliere tra approcci action e furtivi, con un sistema di gioco non rivoluzionario ma ricchissimo di meccaniche d'alta qualità, come possibilità di distrazione lanciando sassi, archi con diversi mirini di precisione, abbattimenti estremamente diversificati sia graficamente che ludicamente, oltre che armi varie, realistiche e un sistema di coperture automatico funzionale; ora, le abilità non sono più su 3 rami, ma su 2: Tigre ed Elefante. Rispettivamente consistono in abilità di combattimento (abbattimenti di vario genere e guida) e abilità attive e passive (vitaltà, siringhe curative e con effetti passivi, karma con bonus XP); questo cambiamento comporta una progressione notevolmente più adeguata, sbloccando le abilità che più ci interessano e personalizzando un nostro stile personale, ma allo stesso tempo senza ricadere troppo su alcune piuttosto che altre, inoltre alcuni elementi come la tuta alare nel 3 inaccessibile fino a 3/4 di gioco, è ora acquisibile acquistandola a circa 1/4 di gioco; ottima introduzione il girocottero, una specie di elicottero visivamente arretrato che consente di muoversi con grande rapidità nelle ambientazioni; la novità più importante è il rampino, che consente di scalare intere montagne verticalmente e orizzontalmente, aggrappandosi a punti specifici con grande naturalezza, riuscendo persino a innovare la navigabilità degli open world; questi 3 fattori consentono un'esplorazione molto più immediata e meno noiosa. Dai mercanti si possono sempre acquistare armi e munizioni, purtroppo acquisiremo facilmente crediti e non sarà difficile appropriarsi di tutto ciò che è di proprio interesse, nonostante ciò il divertimento non è assolutamente intaccato e riguarda una parte economica rivedibile ma allo stesso tempo irrisoria. La caccia è forse quel che ne è uscito maggiormente rinvigorito, finalmente vedremo animali ovunque, che si combattono fra loro e con tattiche seppur basilari ben differenziate fra loro, persino gli uccelli conseguono un'animazione di attacco aereo su Ajay; utlissime le nuove esche, di cui è quasi impossibile restarne a corto, che nel momento in cui vengono lanciate in una dterminata zona, un animale vi si avvicinerà cibandosene (si tratta di un pezzo di carne), a quel punto potremo ucciderlo, in questo modo sono eliminate le frustranti attese di una razza specifica, inoltre possono essere usate per uccidere nemici, infatti lanciandone una fra loro, arriverà qualche predatore e ucciderà la maggior parte dei malcapitati, facilitando il lavoro. Interessanti ma sottosfruttati gli elefanti, che sbloccando un'abilità si possono cavalcare donando una grande sensazione di onniscenza: potremo scaraventare con la proboscide staccionate, auto e nemici, nonostante la fisica non sia delle migliori e la distruzione è eccessiva, non sarmeo affatto invulnerabili, anzi saremo in piena linea visiva, quindi il realismo è un punto a favore di questa novità; essi si possono anche colpire con una freccia in un avamposto per fargli uccidere tutti i nemici della zona, perciò le possiblità non mancano, ma appare troppo poco frequente, nella storia non capita mai di doverlo usare a parte qualche raro caso e nell'ambiente seppur frequenti non sempre sono la scelta migliore,
sono comunque una piacevole aggiunta.
L'I.A, come sappiamo, nel terzo era di ottima qualità, qui è stata persino migliorata, essi usano tattiche sufficientemente credibili e variegate, differenziate per quantità di alleati e ambiente che lo circonda, utilizzano ripari, rotolano e scavalcano pareti, insomma hanno tutte le caratteristiche per un I.A. che richiede impegno, purtroppo la difficoltà non è molto elevata e anche a quella più alta disponibile, nella seconda metà di gioco saremo decisamente potenti, ciò non significa che è poco divertente, anzi come ribadito, le opportunità tattiche sono all'apice del genere.


Tra Himalaya, caccia e Shangri-La, sul Kyrat non ci si annoia mai
Prima abbiamo parlato di Sabal e Amita, analizziamoli ora sotto l'aspetto ludico, la rigiocabilità è sicuramente maggiore al 3, poiché scegliendo l'uno o l'altra la stessa missione cambia radicalmente offrendo obiettivi diversi, ad esempio assaltando un luogo seguendo uno dei due si potrebbe richiedere di bruciarla o di esaminare dei contenuti importanti, di conseguenza proseguendo stealth; queste scelte sono interessanti e ben integrate nonostante non modifichino realmente lo svolgimento della storia, riguardo invece alla qualità delle missioni principale non abbiamo nulla da ridire: varie, coinvolgenti e spettacolari, in particolare nell'ultimo quarto di gioco si trovano alcune fra le più riuscite e originali, riuscitissime sono anche le incursioni sull'Himalaya, le cui vette non possono essere visitate liberamente ma solo in 4 specifiche missioni, qui le variabili di gioco sono modificate e ci ritroveremo con un rilevatore per analizzare alcune sezioni e recuperare un oggetto, maschere antigas da rubare al nemico la cui riserva è limitata e una visibilità molto ridotta che aiuta noi nella furtività, ma anche loro per spararci, eccelse anche alcune scene con la tuta alare tra le vette delle famose cime himalayane; anche le missioni secondarie sono variegate e ben strutturate, grazie a un notevole numero di attività quali caccia di animali rari o difesa di civili da altri feroci, scorte di veicoli, avamposti da liberare approcciando come si preferisce, fortezze da conquistare molto divertenti per l'enorme numero di nemici e, infine, gli eventi casuali, novità che consiste in situazioni improvvise come soldati attaccati da animali pericolosi oppure camion con carico importante da dirottare, nonostante tendano a risultare ripetitive, sono del tutto accessorie e soprattutto permettono di accumulare XP più velocemente. Le più soprendenti però sono relative a dei personaggi specifici, ovvero Yogi e Longinus, ognuna ne comprende 4: con il primo (i personaggi sono in 2 in verità, ma segnati come uno solo sulla mappa), sperimenteremo allucinanti droghe che ci porteranno a vagare per l'ambiente in cerca di oggetti o persone attraversando oggetti sospesi nell'aria, cieli psichedelici e filtri particolari, con il secondo invece affornteremo 2 delle 4 suddette visite all'Himalaya e altre 2 con obiettivi differenti da quelli abituali. La più grande introduzione sono le missioni Shangri-La, un onirico viaggio composto di 4 missioni slegate dalla storia principale, le ambientazioni hanno un elevata qualità artistica e scorci memorabili che riportano alle più antiche filosofie asiatiche, come grandi statue 'd'oro, è prevalente inoltre l'utilizzo del colore rosso: dalle cascate, alla vegetazione, fino ad alcuni belissimi tratti dello skybox. Il gameplay si basa sulle consolidate meccaniche di gioco, con caratteristiche esclusive che consistono nella possibilità di dirigere una tigre verso i nemici e la mancanza di armi a favore di una potente lama e abilità di attacco avanzate. Un narratore segue le nostre azioni descrivendo cò che facciamo, dove dirigerci e gli scopi del viaggio. Non manca anche un epica battaglia finale che non sveliamo, ma assicuriamo che sia molto coinvolgente. Unico difetto di queste riuscitisissime missioni la difficoltà ai minimi termini, del resto si tratta anche di un'esperienza molto divertente e visivamente estremamente evocativa.


Con un amico il Kyrat è più divertente... decisamente meno contro più giocatori
La modalità coop abbandona il canonico sistema a missioni lineari del precedente, integrandola nella mappa di gioco, si può partecipare con un amico per completare avamposti o fortezze pericolose, oppure girare per la mappa e sbloccare trofei, insomma si può fare ciò che si vuole, è indubbiamente migliore del 3 sotto l'aspetto cooperativo grazie alla possiblità di usare liberamente ogni veicolo in coop e a una struttura molto più consistente. L'unico problema è che le attività svolte in coop sono caricate su un host unicamente relativo a tale modalità, ma i punti esperienza accumulati e le abilità sbloccate rimangono salvate anche nel singolo. Passiamo al comparto competitivo: si tratta di un'offerta trascurabile e poco curata, che a differenza di altri, come i giochi bellici, dove è fondamentale disporre di multiplayer ampi e profondi, qui con un single di tale vastità e qualità, non ci si lamenta di certo. Le modalità sono 3: Avamposto, in cui bisogna difendere e conquistare avamposti, per nulla originale e realizzato anche superficialmente a causa della vastità eccessiva delle mappe; la Maschera del Demone, molto interessante sulla carta ma pad alla mano noiosa e spesso frustrante, l'obiettivo è recuperare delle maschere demoniache e portarle in un luogo per bruciarle, mentre si viene coperti dagli alleati, qui i problemi arrivano con i classici giocatori che non fanno nulla per collaborare pensando solo a killare, cosa purtroppo migliore per accumulare punti, insomma grave svista di sblianciamento; infine Propaganda è la solita modalità di disinnesco e detonazione bombe, sicuramente la peggiore delle 3. Le fazioni sono due: membri del Sentiero d'Oro, che hanno a loro disposizione ogni genere di arma o veicolo e i Rakhsasa, che sono armati esclusivamente di arco con tutte le relative varianti e di un'abilità che consente loro l'invisiblità quando accovacciati, questa classe è decisamente sbilanciata e di gran lunga superiore ai soldati, perciò la sorte delle partite è determinata molto anche dalla fortuna. I match si dispongono su due round che possono terminare in pareggio, tutte e 3 composte da 5 giocatori contro altri 5; altro grande difetto è l'ampiezza delle mappe sconsiderata, infatti ci ritroveremo a vagare in cerca dell'obiettivo per lunghi tratti in cui se si impersonano gli umani con una freccia potremmo morire a causa dell'invisiblità dei suddetti avversari. Estremamente interssante è invece l'editor delle mappe, ripreso da quello del terzo, ma che aggiunge molti elementi e ambienti, rendendo quasi infinità la longevità, fra i livelli caricati se ne trovano alcuni davvero sorprendenti e molto diversi fra loro, suddivisi in quattro modalità tutte molto divertenti, che spaziano dallo stealth all'azione.


Lo splendore della natura himalayana
Ubisoft è solita realizzare ambientazioni curate ed evocative, basti vedere il capitolo precedente che risaltava con una bellissima isola, ancora una volta non hanno fallito nel loro intento e anzi sono riusciti a migliorarsi. Nella versione da noi giocata, ovvero PS4, abbiamo constatato un comparto tecnico nettamente superiore a quello del precedente capitolo per un buon risultato; le texture sono generalmente di qualità e varie, ma bisogna far notare il dettaglio drasticamente ridotto di quelle delle rocce, infatti durante le fasi con il rampino è eccessivo questo distacco visivo, si tratta comunque di un dettaglio piuttosto marginale considerando il lavoro complessivo, l'illuminazione ambientale è stata rifinita e dotata di fonti di luce realistiche anche negli interni, le strutture poligonali sono invece più carenti e risalenti alla passata generazione, ciò non si conta però nello Shangri-La, dove architetture elaborate ed imponent stupiscono positivamente, risultando persino memorabili; i personaggi sono suddivisi in modelli principali come sempre di buona qualità e con una discreta espressività e nemici forse troppo simili tra loro ma più che accettabili, i quali si scontrano con npc quali civili e soldati alleati arretrati, scarni e vistosamente clonati che stonano decisamente, fortunatamente ciò si rivela di poco conto quando si osserva una fauna ricchissima e davvero viva, di cui ogni specie è molto curata e con caratteristiche distintive ben riprodotte, particolarmente impressionanti gli elefanti, il cui livello qualitativo è come se ne vedono raramente.
Menzione d'onore al fuoco, eccezionale grazie a effettti di propagazione d'altissima qualità, inferiori i moti dell'acqua ma comunque ben realizzati. Riguardo la direzione artistica non possiamo che confermare un gran lavoro svolto: paesaggi unici e molto vari tra neve, Shangri-La e Kyrat, permettono di non far mai risultare scialbo l'ambiente di gioco, come ne abbiamo parlato nel dettaglio nei precedenti paragrafi.
Sul fronte sonoro abbiamo un buon sound design unito a un doppiaggio italiano altalenante, con un Pagan Min espressivo e altri molto banali e quasi ridicoli, non pessimo ma nemmeno di qualità. Eccelsa la longevità, la storia principale dura circa 10 ore ma completando tutte le missioni secondarie si arriva facilmente a 25/30 ore, senza contare il multi, l'ottima coop e soprattutto l'editor delle mappe, apparentemente poco importante, che potrebbe garantire contenuti sempre attivi e interessanti se ben supportato dalla comunità.


Commento finale
Far Cry 4 è un ottimo titolo, che riesce nel difficile compito di migliorare sotto quasi tutti gli aspetti il già eccellente precedente capitolo, ma si presenta anche qualche involuzione. Il gameplay ha nuova linfa grazie all'introduzione del rampino che permette un'innovativa verticalità nuova al genere, ma anche altre rifiniture di tutto rispetto confermano il gran lavoro di Ubisoft, da notare la caccia notevolmente rinvigorita. La spendida ambientazione, le riuscitissime missioni Shangri-La e le interessanti escursioni sull'Hymalaya innalzano notevolmente il divertimento e il rapporto tra qualità e contenuti. Peccato per la narrativa piatta e superficiale, almeno la contrapposizione di ideologie comporta una rigiocabilità discreta ma decisamente fine a sé stessa. Lo sbilanciato multiplayer competitivo è contrastato da una divertente e longeva coop e da un editor di livelli che lo rende quasi infinito. Se vi è piaciuto il terzo, acquistatelo senza troppi dubbi, nel caso non ne abbiate mai giocato uno non esitate a farlo vostro.

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05 dicembre 2014

Assassin's Creed : Unity

.:. Recensione a cura di : Erik "Sgt. Enigma" .:.


Assassin's creed Unity è l'ultimo capitolo della celebre saga targata Ubisoft, lo stesso gioco che nei gameplay era stato tanto acclamato, per poi dimostrarsi, secondo molti, uno dei peggiori capitoli  della saga, al contempo la stessa Ubisoft sosteneva che questo fosse il miglior titolo che avessero  mai realizzato... Un gran bel gioco dunque, o una profonda delusione?


Trama banale è poco inspirata... Ehm, No!
Gran parte delle critiche che hanno afflitto questo gioco sono riferite alla campagna, definita da molti come banale, mal riuscita e troppo breve. Sotto molti punti di vista la colpa di queste critiche  ricade purtroppo su Ubisoft stessa, e qui parliamo di uno dei pochi veri difetti che questa campagna  possiede, insieme alla caratterizzazione di alcuni personaggi e all'eccessiva confusione che  inizialmente spiazza i giocatori, il grande errore infatti è stato per lo più creare innanzitutto una  campagna che nelle fasi iniziali subisce sbalzi temporali eccessivi che, almeno inizialmente creano  un grande punto interrogativo all'interno di chi la gioca, non solo, mano a mano che si prosegue, un  veterano della saga si accorge che ci sono numerosissimi riferimenti ai capitoli precedenti almeno a  livello concettuale, inoltre parti importanti della trama sono racchiuse in alcuni obiettivi secondari e nelle lettere che il protagonista riceve, entrambi opzionali, dunque insieme ai difetti sopracitati  vanno a creare una trama a dir poco selettiva verso i fan e che risulta quindi banale se non la si  gioca come si deve... Fatto sta che, la trama in sé, è su livelli di eccellenza se compresa come si  deve. 
Partiamo dal concept e dal susseguirsi degli eventi fino ad arrivare al significato ed hai riferimenti sopracitati senza in nessun modo spoilerare alcuna parte di essa: la storia si apre quando il nostro, a quei tempi piccolo, Arno, incontra Elise, una coetanea con la quale instaura un forte legame fin da subito, poco dopo la visione del cadavere di suo padre segna profondamente Arno e da inizio all'incredibilmente complessa storia del titolo, senza entrare troppo nei dettagli, infatti  possiamo dire che, in un certo senso, in circa 15 ore essa narra ben 4 storie diverse: Si rimette in  gioco la secolare guerra nascosta tra assassini e templari che i fan della saga tanto richiedevano, che si lega perfettamente poi alla storia reale di Parigi che avanza insieme alle altre tre in maniera  storicamente impeccabile e precisa, durante tutto ciò è inserita la classica trama di vendetta del  protagonista nei confronti dell'omicida del padre della sua compagna e dulcis in fondo vedremo  svilupparsi insieme a questi fattori quella che è probabilmente la parte migliore della stessa  campagna, la storia d'amore tra Arno ed Elise, essa infatti narra di un amore tanto bello, reciproco e  sincero, quanto terribilmente difficile e compromesso,soprattutto per il fatto che Elise fa parte della fazione che da secoli è in contrasto con quella del protagonista. Lo sviluppo di queste sottotrame ci  porta in fine ad un finale ludicamente e narrativamente magnifico, commovente e ricco dei colpi di  scena ma che purtroppo a seguito dei problemi sopracitati non può essere compreso appieno come il resto della trama. Per fortuna a mettere una pezza qui ci pensa l'ambientazione: Parigi è ricreata nei  minimi dettagli, è viva ed animata fino al midollo a tal punto da non apparire mai scarna o vuota,  perfino i passanti sono ben diversificati ed implementati con l'ambiente che li circonda, lavoro  anche qui da applausi.


Sotto molti punti di vista, è una rivoluzione della serie
La trama di Unity non è stata l'unica cosa che ci ha stupiti, anche conparto tecnico, sonoro e 
gameplay sono apparsi rinnovati e di alta qualità. L'Anvile Next, il nuovo motore grafico di Ubi, fa  la sua sporca figura in tutte le versioni, creando un mondo di gioco vivo, dettagliato e ben animato,  con un numero di passanti e di effetti particellari smisurato, degna di nota anche una innovativa  feature che permette al motore stesso nelle versioni console, non solo di caricare le texture in  progressione secondo l'avanzamento sulla mappa, ma anche di eseguire un downgrade di  risoluzione e di dettaglio nei momenti più densi in modo da evitale ripercussioni sul già  eccessivamente problematico framerate. Il comparto sonoro si è dimostrato molto orecchiabile e  ben inspirato, non dispiace mai essere accompagnati da queste melodie durante la nostra  permanenza a Parigi. Il gameplay si è dimostrato pesantemente modificato in tutti i suoi particolari,  non parliamo però sempre di migliorie, spesso infatti esse possono piacere o meno ad un fan della  saga ma che oggettivamente risolvono gran parte dei problemi che il gameplay ha sempre avuto,  queste stesse modifiche però al contempo appaiono eccessivamente improntate verso  l'ottimizzazione delle modalità online di cui parleremo in seguito. Innanzitutto il sistema di  combattimento tanto criticato è stato ritoccato a dovere, dando a disposizione ai giocatori una singola arma bianca con cui combattere, selezionabile tra varie tipologie ognuna di esse  caratterizzata da caratteristiche, attacchi ed animazioni specifiche, nessuna tipologia è stata  tralasciata sotto questi punti di vista ed il loro bilanciamento è sopraffino, stesso vale per l'elevato  quantitativo di armature tutte esteticamente e statisticamente diverse, che contribuiscono a variare  l'esperienza di combattimento e quella stealth per ogni giocatore, inoltre sono state eliminate le  tanto fastidiose serie di esecuzioni ed i contrattacchi in Quick Time Event, rendendo così i i combattimenti più ardui con il proseguire degli eventi della campagna, anche per merito dei nemici, essi infatti non solo richiedono più colpi per essere abbattuti, ma hanno ricevuto una forte modifica  per quanto riguarda l'I.A, ora molto più aggressiva e che contribuisce a creare un sistema basato sul  tempismo dove ogni errore può rivelarsi fatale; qui entra in gioco la nuova componente stealth,  mutuata senza troppe modifiche da Splinter Cell blacklist ed adattata a questa ambientazione, con  nuovi gadget e perks dedicati, unica pecca è l'I.A. nemica che sembra non aver notato la differenza  dai precedenti capitoli, essi infatti al contrario delle situazioni di combattimento e inseguimento,  mostrano movimenti e pattern ben prevedibili, un udito pessimo ed un campo visivo troppo ristretto che stona un po' con il resto del lavoro effettuato. Buono infine il lavoro svolto nel sistema di Free  Running, ora direzionabile verso il basso o verso l'alto in modo da evitare di saltare su sporgenze  che neanche vedevamo come nei precedenti capitoli della saga, esso vi accompagnerà nelle  numerose ore passate ad esplorare Parigi, piena di obiettivi secondari da svolgere, tra cui enigmi,  omicidi e scalate, anch'essi abbastanza diversificati ed inspirati garantendo non una sorta di Sandbox, ma perlomeno un eccellente longevità al titolo stesso.


Finalmente una modalità online che ha motivo di esistere
In questo capitolo si ha finalmente abbandonato quel multiplayer competitivo senza senso, ripetitivo e mal ottimizzato,supportato e curato dagli sviluppatori per passare ad una modalità a missioni  cooperativa da 2 a 4 giocatori che offre ancora più longevità e divertimento al titolo. L'assassino che plasmeremo durante la storia sarà il medesimo che ci accompagnerà in queste missioni in compagnia, e qui ci si inizia a rendere conto che gran parte delle modifiche apportate al gameplay  sono state applicate proprio per garantire la miglior esperienza possibile in questa modalità senza tralasciare il single-player. Le missioni si differenziano solo in 2 tipologie: Omicidi o Furti,  mantenendo in entrambi i casi lo stesso sviluppo, fortunatamente grazie alle ambientazioni diverse  ed al gameplay strettamente legato alla tipologia di giocatore con il quale giochiamo la ripetitività  non è un problema che incombe, garantendo anzi una certa rigiocabilità alle missioni stesse; il  sistema di personalizzazione crea una sorta di 4 classi nascoste, infatti è presente una schermata di perks di diverse tipologie che donano abilità attive o passive che poi vengono statisticamente potenziate dalle armi e le armature che il nostro assassino porta con se come in qualsivoglia Rpg  cooperativo, il che rende facilmente individuabili queste 4 classi non selezionabili ma appunto  plasmate dallo stesso giocatore in cui possiamo delineare: una classe che punta sull'attributo Furtività che emette meno rumore quando uccide, molto rapida ma che soccombe in combattimento; una che punta sull attributo Corpo a corpo, che equipaggia armi pesanti garantendo una specie di  Ariete per il team in grado di utilizzare particolari attacchi in mischia e resistere agli attacchi corpo  a corpo con robuste armature; un'altra classe che punta sull'attributo Resistenza, che con armi lunghe, le quali garantiscono supporto, tenendosi ad una certa distanza ed aiutando il team con abilita curative o sinergiche; infine una classe di cecchino che punta sull'attributo Salute, in modo  da resistere ai proiettili e che equipaggia un fucile per supportare da un tetto la squadra. Abbiamo voluto precisare queste false classi per il semplice motivo che non si deve cercare di creare un assassino tutto fare, poiché esso si troverà in estrema difficoltà in situazioni specifiche, giusto per  darvi un idea, equipaggiando un fucile rimuoverete totalmente l'arma bianca, combattendo poi in  caso di corpo a corpo, con un bastone , contro le affilate lame nemiche e sarete costretti a soccombere. Il bilanciamento, il divertimento e la necessità di cooperare sono tutto ciò che ci si  aspetta da una modalità del genere e Unity ci riesce perfettamente, sommando un sistema di clan e  di ranghi da scalare, con possibilità di promuovere, da parte del leader, i membri di esso,  aumentando dunque la sensazione di trovarsi in una vera confraternita e quindi di conseguenza la  sensazione stessa di immedesimazione nel proprio alter ego.


Commento finale
Non lasciatevi ingannare dal numero che vedete all'inizio di questo articolo, potreste pensare "Ma come, prima accusano altri siti di aver sottovalutato il gioco e poi danno un voto più basso delle medie generali?" È un grosso sbaglio, semplicemente la nostra media ed il nostro sistema di valutazione sono più bassi e critici. un voto del genere per noi rappresenta un ottimo gioco, Unity è tra questi, garantendo una trama, un gameplay, un'ambientazione ed una narrativa di alto livello per gli standard attuali, ma che purtroppo non raggiunge l'eccellenza a causa dei gravi problemi che lo affliggono, sconsigliamo dunque completamente l'acquisto ai non amanti del genere, lo consigliamo invece agli amanti degli action adventure poiché rimane comunque un buon gioco, ne obblighiamo  invece l'acquisto ai veterani della saga, poiché potreste accorgervi che probabilmente questo può  essere uno dei migliori capitoli della saga, l'unico in grado di concorrere se non addirittura superare, la tanto famigerata trilogia di Ezio,ovviamente non di concorrere con tutti e tre i giochi contemporaneamente ma di riuscire nel confronto del migliore da sempre selezionato tra essi:  Assassin's Creed 2. Ubisoft questa volta ha centrato il bersaglio, peccato solo per la trama che non  può essere compresa da tutti ma che, perlomeno, regalerà emozioni uniche ad i fan della saga


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19 novembre 2014

Pre-review : Far Cry 4

A cura di Lorenzo " Drakegeneration"
Pre-review Far Cry 4
Due anni fa uscì Far Cry 3, uno dei migliori giochi dell'anno, che si impose nel genere fps open world con un gameplay divertente, impegnativo e ricco di sfacettature, un folle antagonista con monologhi da annoverare tra i più riusciti degli ultimi anni e un'isola molto evocativa. A distanza di due anni esce il seguito, che ha suscitato molti dubbi sulla sua effettiva qualità mostrando apparentemente di essere un mero more of the same, vediamo ora le nostre impressioni sulle prime ore di Far Cry 4!




Narrativa

Ajay Ghale è un ragazzo che decide di tornare nella sua terra natale per portare a termine i desideri di sua madre, la quale pare nascondere ignoti segreti, arrivato nel Kyrat, Ajay fa conoscenza del governante Pagan Min e di due ideologisti accomunati dall'diea di intraprendere una rivoluzione, ma con propsettive alquanto diverse; dovrà fare i conti con una terra spietata in cui la sopravvivvenza non è mai garantita. Nonostante le buone premesse, in queste prime ore non ci ha  convinto. Pagan Min fa un ingresso in scena di spessore seppur decisamente inferiore a Vaas, successivamente sparisce e lo sentiremo in banali telefonate, ben più canoniche della prima volta che lo si incontra. I due rivoluzionari invece offrono spunti più interessanti che contrappongono temi quali fedeltà alla propria cultura ed evoluzione culturale, i dialoghi si rivelano in realtà abbastanza piatti e non riescono a mantenere alto l'interesse, per questo aspettiamo a proseguire e siamo curiosi di scoprire se ci sarà una svolta narrativa, fino ad ora non riesce assolutamente a ricalcare l'intensità della storia di Far Cry 3.

Gameplay
Numerosi dubbi son sorti sul gameplay, pensando fosse una semplice copia, infatti pad alla mano pare essere esattamente lo stesso, eccellente del terzo capitolo, ma Ubisoft ha apportato migliorie intelligenti e meticolose alla struttura migliorando sotto tutti i punti di vista le meccaniche ludiche. Ad esempio potremo fin dall'inizio spostare i cadaveri, senza dover sbloccare l'abilità apposita, scelta infelice del 3 che portò a imperfezioni non da poco nella prima parte della storia, il bilanciamento ne è uscito notevolmente modificato, ora le armi si sbloccano frequentemente fin dall'inizio e per l'ottenimento delle fondine (sblocco degli slot per le armi) non dovremo più cacciare per molto tempo ma potremo crearle grazie alla maggior frequenza degli animali e alla loro presenza in alcune missioni principali come obiettivo primario; è stato inoltre migliorato l'arco, consentendo una maggior precisione con le frecce. Il sistema d'abilità è migliorato considerevolmente, se prima alcune erano inutili e di poco conto, ora ognuna ha uno scopo ben preciso e la riduzione a due stili è in realtà un'ottima modifica, permettendo di sbloccare abilità sempre utili alla formazione del proprio stile di gioco ideale. Un miglioramento evidente è relativo alla caccia, gli animali sono molto più frequenti e assisteremo a bellissime scene in cui li vedremo combattersi fra loro come se avessero davvero una vita propria, inoltre sono stati rifiniti nell'I.A. per un'aumento della difficoltà, ognuno ha differenti animazioni d'attacco e in gruppo sono ben più pericolosi, tutto ciò rinvigorisce la caccia e la vividicità dell'ambientazione, ma soprattuto elimina quasi integralmente i tempi morti e le frustranti attese di animali in zone specifiche. La mobilità è stata ampliata grazie a un'introduzione tanto semplice quanto significativa: il rampino. La possibilità di scalare le montagne sviluppa una verticalità nuova per gli fps open world, per cui non dovremo più trovare la strada per scalarla, ma potremo arrampicarci direttamente su di esse, con una meccanica fluida e immediata che permette anche di superrare dirupi disposti orizzontalmente. Siamo dunque pienamente soddisfatti del gameplay del nuovo titolo Ubisoft.

Comparto tecnico
Graficamente Far Cry 4 è di ottimo livello. L'Himalaya è un'ambientazione stupenda e ricreata benissimo, la draw distance su console next gen è impressionante, il pop up ridotto al minimo e il livello di dettaglio generale buono, a tratti eccellente considerando la quantità e la qualità della vegetazione, rimane sempre di ottima fattura l'acqua e i fondali, gli interni sono molto più curati e caratteristici, con texture discrete. Menzione d'onore all'illuminazione di grande impatto che genera scorci molto evocativi. La modellazione poligonale è buona per quel che concerne gli edifici, anche se si poteva osare un po' di più, altrettanto efficace per i personaggi principali e le relative espressioni facciali, molto meno convincenti invece gli npc di secondo piano, che stonano drasticamente con il resto: scarni e soprattutto mossi da animazioni arretrate, persino primitive. Ottimi gli effetti particellari, in particolar modo l'estensione del fuoco sulle superfici davvero maestosa e il frame rate si mantiene sempre stabile.


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Call of Duty : Advanced Warfare


.:. A cura di Erik "Sgt. Enigma".:. 
Molti degli sforzi di Activision puntavano,dopo il recente FPS targato Bungie, sul nuovo capito della loro storica saga. A Call of Duty Advanced Warfare spetta il compito di rimodernare la saga andata gradualmente in rovina negli ultimi anni, 3 gli anni di sviluppo, molti i soldi investiti da Activision per gli attori dedicati alla campagna, ma sarà davvero riuscita Sledgehammer Games a segnare un nuovo punto di inizio per questa serie?



"La campagna singleplayer è bell... Ah, no"
La modalità per giocatore singolo di Call of Duty: Advanced Warfare venne presentata come non solo una parte ormai superflua in gran parte degli FPS multiplayer, anzi, è stata publicizzata come una bella,entusiamante e spettacolare storia. Se state pensando che ci siano davvero riusciti,sbagliate di grosso, o perlomeno di gran parte La proposta narrativa a dire la verità è assai intrigante: La storia si apre con Jack Mitchell (il protagonista) che si arruola nei marines con il suo migliore amico, durante una delle loro campagne, quest ultimo rimarrà ucciso ed il protagonista mutilato ad un braccio... Dopo il Funerale Mitchell,congedato per le ferite, verrà fermato dal Sig.Irons:padre del suo defunto amico e presidente di ATLAS (associazione di mercenari privata che nel 2055, epoca nella quale il gioco si svolge, ha assunto un grande potere politico a livello globale), egli gli offrirà una protecy e gli proporrà di arrolarsi e combattere in onore dell' amico caduto. Effettivamente sembra interessante come proposta narrativa, peccato che tutto ciò venga spezzato dopo una manciata di capitoli, dopo i quali si inizia a capire che la narrativa del gioco si basa tutta sulle cats in in Computer grafica realizzate tra un capitolo e un altro, poiché le missioni principali saranno piuttosto lineari se non in quei momenti spettacolari famosi nella seria che però appaiono di nuovo troppo scriptati. Dopo i primi capitoli, inoltre il gioco si dimentica completamente del reale scopo del protagonista, catapultandolo "di nuovo" nella classica storia di un conflitto mondiale in cui lui è l eroe che deve salvare il mondo... Gli elementi sopracitati, la pessima ottimizzazione delle tute exo e la scarsa qualità grafica del motore di gioco, che nella campagna sembra tutto tranne che nuovo, contribuiscono alla dimostrazione che la campagna anche in questo titolo è pressoché superflua, tolte appunto le prime 2-3 ore di gioco (in grado di regalare delle emozioni) delle 7-8 necessarie a completarla, essa rimane vuota,breve,e priva di immedesimazione


"La vecchia e classica modalità co-op"
La modalità sopravvivenza Exo, non è altro, pur troppo o per fortuna (a seconda dei gusti) della classica modalità ad orde famosa nella serie, ma è comunque presente e vale dunque la pena di spenderci su 2 parole: Questa modalità proietta i 4 giocatori in una delle mappe del Multiplayer, iniziando ad inviare ondate di nemici fino ad un massimo stabilto all undicesima ondata alle quali i giocatori dovranno sopravvivere utilizzando classi specifiche e armi che troveranno nelle casse sparse per le mappe, l' unica vera innovazione apportata consiste nell'aver implementato le tute Exo presenti nel Multiplayer, conferendo così una maggiore verticalità delle mappe e nuove possibilità di aggirare ed attaccare le orde di PNG nemici guidati dall IA ebete ma che fanno molto danno Sopravvivenza exo è dunque una modalità divertente da giocare in compagnia in una serata tra amici, ma non brilla di luce propria dando l impressione di rimanere una Chicca inserita a forza nel gioco


"La rivoluzione della saga... Forse"
Arriviamo dunque al cavallo di battaglia di questa produzione: Il multiplayer competitivo Esso è probabilmente il più bilanciato,studiato e meglio riuscito della saga, il gameplay è a dir poco mozzafiato e la buona stabilità dei server e la riduzione del danno per singolo proiettile rispetto a Ghost, rendono il multiplayer di AW godibile,variegato ed aperto a tutti 2 dettagli danno subito all occhio una volta avventuratosi in questa modalità  Il primo è senza dubbio il gameplay, non scherzavo dicendo che è mozzafiato... Esso ripescagli elementi chiave della serie, quali frenesia,fluidità e divertimento e li risistema in modo da ottenere un gioco che si sviluppa in verticale che sembra voler spingere la serie verso una sorta di FPS arena distaccandolo dagli altri Omonimi titoli, tutto ciò è dovuto al Exo Suite, un armatura meccanica situata nella parte dorsale del nostro PG che dona lui abilità fuori dal normale, come compiere balzi enormi e scatti rapidi oltre che ad una forza straordinaria... Pad alla mano il gameplay si mostra in tutto il suo splendore e davvero riesce a stupire offrendo moltissime possibilità di scalata e movimento all interno delle mappe ben strutturate e diversificate tra loro, rimanendo comunque dinamico e frenetico come piace ai fan rimasti fedeli al brend, degno di nota inoltre da questo punto di vista lo stesso lavoro degli sviluppatori di far in modo che le mappe possano essere giocate senza utilizzare le abilità exo così da accontentare anche i vecchi fan affezionati che non apprezzano questa così grande modifica Questo ci porta dunque al secondo, ma non meno importante colpo d occhio che questo titolo offre:la personalizzazione Il titolo infatti ci offre una personalizzazione completa del nostro alter ego virtuale,sia dall aspetto fisico che da quello delle classi e delle armi, queste ultime sono risultate quantitativamente inferiori rispetto lo stadard odierno della serie e degli Fps, ma sono molto variegate ed hanno almeno una caratteristica unica ciascuno in modo da rendere il tutto più bilanciato e funzionale... Pecche di queste modalità sono senza dubbio, purtroppo le solite del brand: Il motore va ormai necessariamente sostituito, si, qui è svecchiato dall implementazione della Exo, ma rimane comunque un motore vecchio di anni e ciò comporta spesso cali di frame, ed una qualità di texture,pulizia,bug check e qualità di animazioni a dir poco mediocre... Il tutto e supportato anche da un sonoro piuttosto anonimo ed infine i server che rimangono ancora non completamente dedicati, e ciò non giova al netcode che in se non e tra i migliori


COMMENTO FINALE:
Call of duty Advanced Warfare è interpretabile come una sorta di "promessa" con la quale Activision vuole cercare di attrare a se nuovi player e mantenere l'affetto dei fedeli fan della saga... Questo titolo e dunque solo l inizio di questo nuovo orizzonte, nel quale bisogna andare per tentativi... Purtroppo dunque gli sviluppatori hanno provato di svecchiare il tutto prendendo parti di altre produzioni e cercando di formare un nuovo titolo, ma il risultato è in realtà un mix riuscito discretamente di titoli già visti con una campagna ed una modalità coop fini a se stesse e che dunque non brilla di luce propria


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11 novembre 2014

Oddworld: Abe's Oddysee New n' Tasty


.:. Recensione a cura di Lorenzo "DrakeGeneration" .:.


Nel 1997 si pensava che la grafica poligonale fosse la nuova frontiera, ed effettivamente così è stato, ma non per questo i 2D furono abbandonati, ma anzi furono perfezionati nel corso del tempo, fu l'anno di Catlevania: Symphony of the Night, grazie al quale fu coniato il termine
"Metroidvania", ma fu anche l'anno in cui Oddworld Inhabitants creò Oddworld: Abe's Oddysee, oggi universalmente riconosciuto come un capolavoro e uno dei migliori 2D game mai realizzati, ai tempi fu un primato tecnico e soprattutto presentava enigmi estremamente difficili e complessi.
Dopo anni di rinvii e problemi di sviluppo, forse si era persa la speranza di New n' Taty, il remake del primo storico capitolo, invece che venne ufficialmente annunciata la sua uscita. Il risultato è assolutamente eccezionale, riesce a dargli nuova linfa ma anche di farsi conoscere dai giocatori medi di oggi che sicuramente non conosceranno questa saga.




L'odissea del povero Abe
Nei mattatoi Ernia, stabilimento che produce snack di diverse razze, durante la sua classica giornata di lavoro Abe fa una macabra scoperta: l'ingrediente principale del nuovo snack è la carne dei suoi simili! Da questo momento, tenterà una rocambolesca fuga che lo porterà in pericolosi luoghi fino alla sua terra natale. La storia colpì alla sua uscita così come oggi, per il contrasto dei macabri avvenimenti e dei buffi personaggi; grazie al nuovo motore grafico i filmati sono completamente nuovi e sono davvero ben realizzati, stupendo per la cura con cui sono stati rimodellati i personaggi e per quanto rimangano fedeli e non snaturino l'originale.


Tra trappole, guardie e Mudokon la difficoltà si fa sentire.
Il gameplay rimane incredibilmente fresco e attuale come lo era all'uscita, ma grazie a significativi e brillanti aggiornamenti rende certe fasi imprecise e frustranti perfettamente funzionanti.
L'introduzione di nuove visuali è indubbiamente più spettacolare delle classiche seppur ottime schermate fisse, ma si ripercuote anche sulla giocabilità grazie a inquadrature dinamiche sapientemente integrate a volte per avere una visuale più ampia, altre volte per notare trappole e particolari nell'ambiente. Gli enigmi sono la componente fondamentale, ma anche le fasi platfromistiche sono molto presenti e integrate con la risoluzione dei complessi rompicapo, purtroppo non funzionavano benissimo a causa di imput imprecisi e rigidi nella gestione di corsa e salti, ora se si sbaglia è per colpa del giocatore e mai del gioco, infatti la nuova mappatura dei comandi è funzionale e intuitiva, ma anche le animazioni e i movimenti sono molto più naturali, quindi passare silenziosamente in un area, oppure rotolare, correre o saltare è fluido e preciso, nonostante permanga la rigidità nei salti, ma è una caratteristica voluta dagli sviluppatori e mai si fa sentire, anzi risulta ancor più realistico se si considera che si è nei panni di un semplice addetto.



Mentre si risolvono enigmi, si compiono salti e si prosegue furtivamente in trappole ingegnose, si devono salvare i Mudokon e non sarà una facile impresa, anzi risulterà molto cervellotico superare enigmi e allo stesso tempo dirigerli nei portali in cui saranno salvi; il numero di essi è aumentato da 99 dell'originale a 299, ampliamento che accentua maggiormente il già eccellente level design, fortunatamente una disposizione più oculata e permissiva dei checkpoint rende più semplice salvarli, anche perché se ne muoiono troppi o se ne vengono salvati pochi si incappa in un triste finale. Per muoverli si utilizzano le frecce del D-Pad, oltre alle classiche azioni come salutare, ordinare di fermarsi o seguirti, si aggiunge l'importante funzione del secondo capitolo secondo cui ti seguono più Mudokon, a differenza dell'originale che ci si poteva far seguire da uno solo rendendo più monotone alcuni capitoli pieni di essi. Aggiunta graditissima è la possibilità di mirare per lanciare bombe o oggetti per distrarre le guardie, che nell'originale risultava scomodissimo, ora basta muovere lo stick destro per lanciare precisamente e la fisica fa il suo dovere con credibili rimbalzi ed esplosioni. L'introduzione del quicksave in qualsiasi momento con il touchpad è molto comoda per alleggerire la durata di alcuni lunghe sezioni, forse ai puristi può sembrare ingiusto ma nessuno vi obbliga a usarlo, starà a voi decidere se proseguire con la classica elevata difficoltà o se alleggerirla con il quicksave, per finire la presenza di tre difficoltà conclude l'ottimo lavoro degli Inhabitants per renderlo gradevole e giocabile alle masse con le prime due, Bassa e Media, caratterizzate da un maggior numero di colpi che può subire Abe e checkpoint più frequenti, o se mettere la difficoltà Alta, ovvero l'originale, quindi sezioni realmente infernali a causa di lunghe sezioni da ripetere e soprattutto che con un singolo colpo d'arma da fuoco si muore instantaneamente.

Possiamo dunque affermare con certezza che sia stato svolto un lavoro eccezionale e che raramente se ne siano visti di simili, in quanto solitamente viene abbassata anche la difficoltà o rimangono rigidi i comandi, qui invece tutti gli aggiornamenti sono intuitivi.




Il meraviglioso mondo  brilla di una nuova luce !
New n' Tasty vanta un nuovo motore grafico di tutto rispetto che ricrea fedelmente le atmosfere dell'originale senza stravolgerle. Le ambientazioni erano e sono ancor oggi strabilianti, dotate di una personalità enorme: i mattatoi Ernia, la terra natale, le trappole, i glukkon e lo stesso Abe caratterrizzano un mondo unico e ricercatissimo, tra i più fantasiosi, vari e curati di sempre; grazie alle nuove tecnologie tutto sembra prendere vita, appare più dinamico, fluido e dettagliato. 
Il nuovo modello poligonale di Abe è ottimo, le animazioni sono molto buone e naturali, sorprende anche vedere come le espressioni e le sue gesta risultino molto più credibili e dinamiche, come quando ride o chiama i suoi alleati. Le ambientazioni sono dense e dettagliate, nonostante le texture non siano ciò che ci si aspetta da questa next gen, riescono a riprodurre perfettamente i colori inizialmente cupi e poi aridi nel corso del gioco; stupiscono invece gli eccezionali effetti di luce che creano sequenze di pura magia, l'illuminazione dinamica è straordinariamente realistica, inoltre le luci sono moltissime e di vario genere, alcune accecanti, altre secche e dirette, altre ancora si sovrappongono con gli sfondi e Abe si "dipinge" di nero in una notte stellata. Non ci si può lamentare nemmeno della realizzazione dei vari personaggi, dai Mudokon ai vari nemici che si incontrano. 

Dopo tanti elogi al motore grafico, dobbiamo denotare alcuni piccoli problemi: il frame
rate è quasi sempre stabile ma a volte cala leggermente in aree sovraffollate, si notano anche sporadiche compenetrazioni poligonali ma generalmente irrilevanti, infine arriviamo all'unico problema che si poteva evitare per un gioco attualmente disponibile solo su PS4, ovvero i caricamenti da un'area all'altra che seppur brevi lasciano perplessi se si considera che è un genere basato sull'esplorazione e la risoluzione di enigmi in diverse aree.
Il sonoro non ha subito grandi cambiamenti, ma bisogna sottolineare che era già perfetto ai tempi : il doppiaggio rimane bizzarro come l'originale, seppur non in Italiano come l'originale,
fortunatamente i sottotitoli sono molto curati, la colonna sonora è unica e meglio adattata nelle situazioni, infine gli effetti sonori sono molto più profondi e differenziati.
Chiudiamo parlando della falsa coop: semplicemente se muore Abe subentra il secondo giocatore, ma in realtà è la stessa cosa che giocare soli; sarebbe stato interessante poter controllare con un secondo controller i Modkon ma la struttura basata sull'interazione con essi impedisce una reale concretizzazione di una tale possibilità.




COMMENTO FINALE
Oddworld: Abe's Odysee New n' Tasty è un esempio per chiunque abbia intenzione di realizzare un remake, riesce a dare nuova linfa all'originale con miglioramenti intuitivi e funzionali, le le tre difficoltà lo rendono adatto sia a novizi che ad hardcore gamers, anche il quicksave è perfetto per chi ha poco tempo o non vuole impegnarsi troppo; l'introduzione di 299 Modokon da salvare contro i precedenti 99 esalta maggiormente l'eccezionale level design, i comandi sono stati rimappati perfettamente e nuove possibilità come la mira e la fluidità notevolmente superiore, rendono il gameplay attualissimo e brillante ieri come oggi. Lo splendido comparto tecnico rende onore alle meravigliose ambientazioni dotate di uno stile unico e ricercato, qualche piccolo problema grafico è irrilevante in confronto all'enorme lavoro svolto da Inhabitants. 
New n' Tasty è un capolavoro da avere assolutamente a meno che non si odi il genere, si tratta di  un eccezionale remake di uno dei migliori giochi di sempre e speriamo davvero che faccia il grande successo che merita per vedere nuovi capitoli di questa storica serie.


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