27 ottobre 2014

Recensione di Alien Isolation


.:. Recensione di Lorenzo "DrakeGeneration" .:.

Dopo numerosi tentativi falliti di trasporre la celeberrima saga nel mondo dei videogiochi, The Creative Assembly, ci fa dimenticare il pessimo Colonial Marimes con un titolo che non solo riesce a riportare le atmosfere dei film, ma si propone come uno dei migliori survival horror degli ultimi anni.


Una narrativa tutt'altro che indimenticabile
Partiamo dall'unico grave difetto del titolo: la narrativa. E' evidente che in Creative Assembly abbiano curato prevalentemente l'atmosfera e l'ambientazione, con risultati fortunatamente da applausi come spiegheremo più avanti, ma una trama almeno coinvolgente non è una richiesta impossibile considerando il materiale della saga cinematografica, invece finito il gioco avremo un amaro ricordo di una storia dimenticabile. Amanda, figlia di Ellen Ripley, è alla ricerca di essa e si avventura nella stazione Sevastapol andando incontro a pericoli tipicamente fantascientifici. Gli avvenimenti sono piatti e poco interessanti, ma ciò che sfiora il nonsense sono i personaggi, con dialoghi ridicoli e una caratterizzazione praticamente assente: diversi ne incontreremo, nessuno ricorderemo, anche Amanda nei momenti più importanti non fa niente per immedesimare i giocatori, a causa di esclamazioni superficiali e banalissime.


Un vero survival che merita di definirsi tale
Oggi sempre più titoli sono improntati all'action, come Dead Space o Resident Evil, non che sia propriamente un male, ma sono quasi scomparsi i veri survival horror che ti tengono con il fiato sospeso per tutta la durata della storia, ebbene Isolation riesce in questo risultato e si presenta come un "manuale" di game design. Ricorda vagamente Outlast, con i luoghi in cui nascondersi, un pericoloso nemico che ti insegue e la mancanza di armi, ma Isolation è molto di più, fa dimenticare la povertà strutturale di Outlast e l'azione decerebrata di Colonial Marines. Nel corso delle 20 ore di gioco, difficilmente vi annoierete o lo troverete ripetitivo. Inizialmente si è indifesi e dotati di qualche razzo e poco più avanti di un revolver impreciso e poco affidabile, proseguendo ove si fa sempre più dura la sopravvivenza, ottime introduzioni come il lanciafiamme e gadget da "metroidvania" perfettamente integrati evitano ripetizioni eccessive. Le armi che si ottengono sono poche ma adattate nel migliore dei modi al contesto. Il sistema di crafting è di buon livello e permette di creare diversi tipi di esplosivi, come granate EMP, molotov o casse acustiche, ognuna con utilità specifiche; ci sono anche delle reti di ricablaggio in cui modificare l'ambiente attraverso dei punti da spendere, perciò dovremo decidere se attivare a un elevato costo un portello con delle scorte o disattivare la rete del video, ovvero le telecamere, fino all'illuminazione e altro ancora; per aprire le porte si attivano minigiochi incredibilmente fedeli all'estetica dei computer primi anni 80'. Gli articolati ambienti sono ricchi di porte che richiedono tessere o codici d'accesso, oppure strumenti non ancora acquisiti o potenziati, ma la progressione è in realtà lineare, non vi sono ricerche noiose o lunghe per avanzare, si può proseguire verso la propria meta o perlustrare ogni angolo, scelta consigliata considerando l'elevata difficoltà, infatti Isolation non tiene per mano il giocatore con consigli e facilitazioni, ma nemmeno risulta troppo frustrante, risultando molto equilibrato e con un ottimo grado di sfida.
Il ritmo della campagna è sostenuto da una grande spettacolarità nella seconda parte da cui tutti dovrebbero prender spunto: senza mai esagerare come nei CoD, sono sempre pertinenti agli avvenimenti e alcune sequenze sono indimenticabili, sopratutto gli ultimi straordinari capitoli.


Quando l'Alien superò l'intelligenza degli umani
Arriviamo ora all'elemento più sorprendente: l'I.A. dell'Alien tanto discussa mantiene tutte le promesse e si rivela la più avanzata attualmente esistente nel mondo videoludico. Lo xenomorfo sarà in grado di mettere in difficoltà qualsiasi genere di videogiocatore: a parte un paio di casi, non è scriptato, ricorda e impara dalle azioni del giocatore risultando sempre imprevedibile, stupisce continuamente per le tattiche adottate: se lo attaccheremo con una fiammata le prime volte arretrerà e tornerà nei condotti, successivamente ci caricherà rendendo inutili i nostri tentativi, i colpi di arma da fuoco sono pressoché inutili considerando la sua invulnerabilità, i diversivi saranno fondamentali e le opportunità innumerevoli, da nascondersi sotto gli oggetti o dentro un armadietto, oppure lanciargli una granata o un razzo per distrarlo; la sua intelligenza non finisce qui: diventa sempre più pericoloso quanto più noi lo infastidiamo e superiamo con successo i suoi tentativi di ucciderci, la perlustrazione diverrà ossessiva e indagherà in ogni angolo della mappa. Noi consigliamo assolutamente di non giocarlo a Facile, più elevata è la difficoltà, più è evoluto, perciò a Normale si avrà una sfida perfetta, ma se lo si vuole realmente sfidare in tutta la sua astuzia, Difficile è la scelta giusta.
Sono presenti altre 2 tipologie di nemici: umani e androidi (o sintetici), ve ne è un'altra che non sveliamo per non rovinarvi la sorpresa e che farà piacere a ogni fan della saga. Gli umani sono, dopo la trama, l'unico difetto considerevole: hanno un I.A. mediocre e sono anche mal realizzati graficamente, come nel successivo paragrafo specificheremo meglio, invece gli androidi sono dei nemici eccelsi: con i loro occhi rossi che si attivano all'unisono se ti avvertono e la loro espressione di latta inquietante, alcune sequenze in cui compaiono in gruppo sono memorabili, inoltre riescono a "innovare" la tipica idiozia di queste tipologie di nemici come mostri, zombi o robot, con alcuni di essi in posizioni sospette: ad esempio sono a terra, e se notate bene uno fra tutti può avere gli occhi ancora attivi, sorpassandolo ci scaraventerà a terra e attiverà un QTE.


Atmosfere oltre i confini della fantascienza
Il comparto tecnico è su livelli di eccellenza, La stazione spaziale Sevastapol è davvero spettacolare e presenta un'atmosfera difficilmente ritrovabile in altri titoli, non solo grazie a un sistema di illuminazione da applausi e una modellazione degli oggetti estremamente realistica (i componenti elettronici e le armi sono particolarmente curati), ma anche per una notevole cura artistica che dà vita anche ai più marginali oggetti dello scenario, video o poster. Raramente si trovano sbavature, e sono per lo più impercettibili: le texture sono sempre ottime e il frame rate si mantiene stabile tranne nelle situazioni più dense visivamente, purtroppo le cut-scenes (fortunatamente poche), scattano in modo preoccupante, strano come non si siano accorti di un problema simile. I modelli poligonali degli umani sono pessimamente realizzati e con animazioni ed espressioni facciali arretrate, stupisce invece il realismo dei sintetici e soprattutto l'Alien, splendidamente animato e curatissimo fin nei minimi dettagli, anche se a volte si notano compenetrazioni poligonali peraltro inevitabili considerando che la sua coda è mossa in tempo reale. Grandiosi gli effetti particellari: il fuoco è il più avanzato in circolazione e il fumo è volumetrico. Abbiamo riscontrato un solo bug nel corso della storia: una sequenza in cui non vi erano più obiettivi, senza altra scelta che ricaricare l'ultimo save, ci riteniamo soddisfatti sotto quest'aspetto.
Il sonoro è anch'esso di altissimo livello, con effetti sonori tra i migliori di sempre e una colonna sonora che nei momenti più importanti o intensi spazia dall'epicità fino all'oppressione, il doppiaggio Italiano è invece un lato negativo, a causa di un'inespressività generale facilmente evitabile e Amanda cade nell'ilarità con i suoi cambi di tono negli avvenimenti più tragici.
Chiude positivamente la longevità, con ben 20 ore per portare a termine la storia principale e altre ancora per completare al 100%, non manca inoltre una dimenticabile sfida di sopravvivenza contro l'Alien.


COMMENTO FINALE
Alien Isolation è il gioco che tutti aspettavano, The Creative Assembly dimostra tutta la cura profusa nel progetto realizzando un titolo indimenticabile e dotato di un gameplay realmente survival, con un eccellente equilibrio tra tensione ed epicità che non aiuta i giocatori ma non risulta nemmeno frustrante; l'avanzatissima I.A. dell'Alien evita la ripetitività e gli androidi sono sufficientemente inquietanti, il comparto tecnico di altissimo livello e la straordinaria atmosfera che si respira aumentano esponenzialmente il coinvolgimento. Sfortunatamente i lati negativi non mancano: la pessima narrativa non gli permette di essere un capolavoro, troppo superficiale, banale e a tratti demenziale, anche il doppiaggio Italiano è impresentabile nella sua totale inespressività. Ciò non toglie che è una delle esperienze migliori da molti anni a questa parte, sostenuto da passione e volontà da parte degli sviluppatori. Tutti dovrebbero provarlo almeno una volta.


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